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08/Ott/2021

Tumore allo stomaco (adenocarcinoma gastrico)
cause
Fattori di rischio
Sintomi
Diagnosi
Trattamento
Prevenzione
Veduta
Cos’è il tumore allo stomaco?

Il tumore allo stomaco è caratterizzato da una crescita di cellule cancerose nella sua mucosa ovvero lo strato di rivestimento interno. Il cancro gastrico è difficile da diagnosticare perché la maggior parte delle persone può mostrare pochi o addirittura nessun sintomo nelle fasi iniziali.

L’Istituto Nazionale dei Tumori (Fonte attendibile) stima che ci saranno circa 28.000 nuovi casi di tumore allo stomaco nel 2022. Si stima inoltre che il tumore allo stomaco sia l’1,7% dei nuovi casi di cancro in Europa.

Mentre il tumore allo stomaco è relativamente raro rispetto ad altri tipi di cancro, uno dei maggiori pericoli di questa malattia è la difficoltà di diagnosticarlo. Poiché il tumore allo stomaco di solito non causa alcun sintomo precoce, spesso non viene diagnosticato fino a quando non si diffonde ad altre parti del corpo. Questo rende più difficile il trattamento.

Sebbene il tumore allo stomaco possa essere difficile da diagnosticare e trattare, è importante acquisire le conoscenze necessarie per riconoscere e trattare questa patologia.

Cosa causa il tumore allo stomaco? Fattori di rischio del cancro gastrico allo stomaco
Fattori ambientali come fumo di sigaretta, infezione da Helicobacter Pylori, l’ulcera gastrica, un regime dietetico sbagliato e la predisposizione genetica possono favorire l’insorgenza di un tumore allo stomaco. Le cellule della mucosa gastrica a causa di un insulto cronico, possono mutare e crescere in maniera incontrollata . Questo processo tende a svilupparsi lentamente nel corso di molti anni.

Il tumore allo stomaco è più comune tra:
adulti ed anziani di età pari o superiore a 50 anni
fumatori
persone con una storia familiare della malattia
persone di origine asiatica (soprattutto coreana o giapponese), sudamericana o bielorussa
La tua storia medica personale può influire sul rischio di sviluppare il tumore allo stomaco insieme ad alcuni fattori inerenti lo stile di vita.
Potresti avere maggiori probabilità di ammalarti di tumore allo stomaco se:

mangi molti cibi salati o lavorati
mangi troppa carne
ha una storia di abuso di alcol
non fai esercizio fisico
non conservi o cucini il cibo correttamente
Potresti prendere in considerazione l’idea di sottoporti a un test di screening se ritieni di essere a rischio di sviluppare il tumore allo stomaco. I test di screening vengono eseguiti quando le persone sono a rischio per determinate malattie ma non mostrano ancora sintomi.

I sintomi del tumore allo stomaco
Secondo fonti acclarate, in genere non ci sono segni o sintomi precoci di tumore allo stomaco. Sfortunatamente, questo significa che le persone spesso non sanno che qualcosa non va fino a quando il cancro non ha raggiunto uno stadio avanzato.

Alcuni dei sintomi più comuni del tumore allo stomaco avanzato sono:

nausea e vomito
bruciore di stomaco frequente
perdita di appetito, a volte accompagnata da improvvisa perdita di peso
gonfiore costante
sazietà precoce (sensazione di sazietà dopo aver mangiato solo una piccola quantità)
feci sanguinolente
ittero
stanchezza eccessiva
mal di stomaco, che può peggiorare dopo i pasti
Come viene diagnosticato?
Poiché le persone con tumore allo stomaco raramente mostrano sintomi nelle fasi iniziali, la malattia spesso non viene diagnosticata fino a quando non è più avanzata.

Per fare una diagnosi, il medico eseguirà prima un esame fisico per verificare eventuali anomalie. Possono anche indicare l’esecuzione di esami del sangue, incluso un test per la presenza del batterio H. pylori.

Dovranno essere eseguiti ulteriori test diagnostici se il medico ritiene che vi siano segni e sintomi sospetti per una neoplasia dello stomaco.
Questi test possono includere:
un’endoscopia del tratto gastrointestinale superiore o (Gastroscopia o EGDS) con eventuale biopsia
Rx Esofago- Stomaco e Duodeno con mezzo di contrasto
Tc addome completo con mezzo di contrasto
Curare il tumore allo stomaco
Tradizionalmente, il tumore allo stomaco viene trattato con uno o più dei seguenti mezzi:

Chemioterapia
Radioterapia
Chirurgia

L’iter terapeutico dipenderà dallo stadio del Tumore. Anche l’età e lo stato di salute ono determinanti per la scelta del tipo di trattamento più adeguato.

Oltre a curare il tumore primitivo, l’obiettivo del trattamento è prevenire la diffusione delle cellule tumorali a distanza. Il tumore allo stomaco, se non trattato, può diffondersi a:

Linfonodi
Ossa
Fegato
Peritoneo

Prevenire il tumore allo stomaco
Il tumore allo stomaco non può essere prevenuto. Tuttavia, si può ridurre il rischio di sviluppare tutti i tumori:

mantenendo un pesoforma sano
seguendo una dieta equilibrata e povera di grassi
Smettendo di fumare
esercitandosi regolarmente
A seconda dei casi e della presenza di patologie favorenti il tumore dello stomaco, i medici possono persino prescrivere farmaci che possono aiutare a ridurre il rischio di tumore allo stomaco.
Inoltre, si possono effettuare test di screening precoce utili a rilevare la presenza di un tumore in fase iniziale. Il medico può utilizzare uno dei seguenti test di screening per verificare la presenza di segni di tumore allo stomaco:

esame fisico
esami di laboratorio, come esami del sangue e markers tumorali
procedure di imaging, come radiografia dell’addome, TC addome completo, RX Esofago, Stomaco e Duodeno con mezzo di contrasto
test genetici
Prospettive a lungo termine
Le tue possibilità di guarigione sono migliori se la diagnosi viene fatta nelle prime fasi. Secondo Fonti attendibili, circa il 30% di tutte le persone con tumore allo stomaco sopravvive almeno cinque anni dopo la diagnosi. La maggior parte di questi sopravvissuti ha una diagnosi localizzata.

È anche più difficile trattare il tumore allo stomaco una volta che raggiunge fasi più avanzate. In alcuni casi, in cui la malattia non è curabile con le terapie standard si può accedere a trial clinici che aiutano a determinare se una nuova procedura medica, è efficace per il trattamento di determinate malattie e condizioni. Puoi vedere se ci sono studi clinici in atto, su nuove terapie per il tumore allo stomaco sul nostro blog del sito web il quale è sempre molto aggiornato.


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28/Mar/2021

Fistola Perianale

Le Fistole sono tramiti di natura patologica tra l’ano e la cute perianale. Sono spesso l’esito di un ascesso in regione anale, che termina con la formazione di un tramite tra queste due regioni che non tende spontaneamente alla guarigione.

L’origine è nella maggior parte dei casi una infezione delle ghiandole adiacenti alle cripte anali causata dal ristagno fecale o dal flusso di batteri patogeni in queste strutture. Se non curata tempestivamente, può complicarsi.

Patologie o cause predisponenti

  • Malattie infiammatorie intestinali, come il morbo di Crohn, la diverticolite e la colite ulcerosa. Si stima che il 50% dei pazienti affetti da morbo di Crohn manifesti almeno una volta una fistola anale.
  • Ulcere anali
  • HIV, AIDS e malattie che compromettono il sistema immunitario.
  • Tumori del retto
  • Tubercolosi
  • Malattie sessualmente trasmissibili 
  • Chirurgia proctologica

Classificazione

Le fistole anali vengono classificate in base al rapporto con gli sfinteri anali. 

Ad oggi la Classificazione di Parks è quella ritenuta più valida per inquadrare la patologia e de

Riconosciamo:

  • Fistole superficiali o sottomucose: non prendono rapporti con gli sfinteri anali interno ed esterno
  • Fistole intersfinteriche: situate tra lo sfintere anale interno ed esterno; possono estendersi verso il basso fino alla cute perianale, verso l’alto (cieche) o aprirsi nel retto
  • Fistole transfinteriche: passano attraverso lo sfintere interno ed esterno
  • Fistole soprasfinteriche: aggirano verso l’alto lo sfintere esterno passando attraverso lo sfintere interno, poi al di sopra del muscolo Puborettale ed in fine penetrando il muscolo elevatore dell’ano prima di raggiungere la pelle
  • Fistole extrasfinteriche: raggiungono direttamente la cute, passando al di sopra degli sfinteri interno ed esterno.
  • Fistole a “Ferro di cavallo” : di diversa forma, numero con possibilità di coinvolgimento circonferenziale del retto.

 

Segni e sintomi

Gonfiore, prurito, dolore ed irritazione della zona perinatale che peggiora durante la defecazione con perdite associate alle feci sono sintomi di allarme.

Perdita di sangue e pus può essere osservata anche indipendentemente dalla defecazione. In caso di ascessi perianali di grosse dimensioni con interessamento della fossa ischio-rettale  è possibile la comparsa di febbricola.

La mancata risoluzione della patologia, oltre a dare un peggioramento della stessa, con maggiore rischio di incontinenza fecale e recidive, nel tempo può predisporre allo sviluppo di neoplasie maligne.

Diagnosi

La visita proctologica è indispensabile per accertare un sospetto di fistola anale. L’identificazione precisa del tragitto non è di facile esecuzione. Spesso una completa valutazione del tramite si esegue solo durante l’intervento chirurgico.

In caso di fistole perianali complesse è spesso necessario eseguire un risonanza magnetica pelvica

Terapia medica

Il trattamento medico consiste nell’assunzione di antibiotici da utilizzare sempre per ridurre le dimensioni dell’ascesso che sottende la fistola, e la formazione di nuovi tramiti. Gli  immunosoppressori ed immunomodulanti sono riservati ai pazienti affetti da malattia di Crohn. La maggior parte dei pazienti va incontro ad intervento chirurgico data la tendenza della patologia a residuare nonostante terapia.

Interventi:

  • Fistulotomia: intervento riservato ai pazienti affetti da fistole che non coinvolgono gli sfinteri. Vengono eseguiti mettendo a piatto la fistola.
  • Fistulectomia: consiste nell’asportazione della fistola con tessuto sano circostante.
  • Setone: distinguiamo Cutting e Draining Seton. Questa tecnica prevede il posizionamento di un filo di grosse dimensioni iinserito  nella fistola e le cui estremità si uniscono all’esterno. La tecnica “Cutting” consiste nel mettere in trazione il setone per sezionare lentamente lo sfintere. La tecnica “Draining” permette  il drenaggio di materiale (pus). Queste tecniche riducono il rischio di complicanze ed in particolare la seconda il rischio di incontinenza.
  • Flap endorettale: è la trasposizione di un lembo ben vascolarizzato di mucosa, sottomucosa e tonaca circolare prelevata dalla porzione di retto sovrastante l’orifizio interno della fistola.
  • Chiusura della fistola con colla di fibrina o plug: la fistola viene tappata con colla di fibrina o plug medicati previo debridement.
  • Tecnica LIFT (ligation of inter sphincteric fistula tract): innovativa procedura chirurgica che si basa sulla chiusura sicura dell’orifizio fistoloso interno (attraverso lo spazio intersfinterico e non per via endorettale) e sulla concomitante rimozione del tessuto criptoghiandolare infetto (causa delle fistole). E’ una tecnica recente mini-invasiva, sicura, efficace e non costosa, con un buon tasso di successo e basso rischio di recidive.
  • VAAFT (Video Assisted Anal Fistula Treatment): tramite il Fistuloscopio si ottiene una visio e diretta della fistola dal suo interno e di eseguire contestualmente il suo debridement.

L’intervento si esegue in day-surgery ed in anestesia spinale.


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20/Gen/2021

Chirurgia della Tiroide

L’ intervento chirurgico

Gli interventi sulla tiroide sono effettuati in anestesia generale e comprendono l’asportazione completa (tiroidectomia
totale) o parziale (loboistmectomia) della tiroide. La degenza è di pochi giorni 24/48 h. Già il giorno successivo
all’intervento non è necessaria alcuna terapia e il dolore postoperatorio è modesto e generalmente ben tollerato
Dopo l’intervento di tiroidectomia totale è necessaria l’assunzione di ormoni tiroidei per tutta la vita, mentre, per gli
interventi di tiroidectomia parziale l’indicazione alla terapia ormonale dovrà essere valutata dal medico endocrinologo di
volta in volta.
A causa dello stretto rapporto di quest’organo con i nervi laringei che regolano il funzionamento delle corde vocali.
e con le paratiroidi, che regolano i livelli di calcio in circolo, in rari casi si possono avere disfonia ed ipocalcemia.
Disfonia.
• In caso di carcinoma tiroideo, oltre all’intervento chirurgico verrà effettuata una valutazione dal medico nucleare
per un eventuale trattamento con radio-iodio nei casi indicati, la terapia medica con L-tiroxina, etc…- e un
adeguato follow-up specialistico dall’endocrinologo .


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20/Gen/2021

Calcolosi della Colecisti e Colecistectomia Video-Laparoscopica

Calcolosi della colecisti: cura ed intervento chirurgico

L’accumulo di calcoli di piccole o grosse dimensioni nella Colecisti, ne testimoniano uno scarso funzionamento ed impone un’intervento di colecistectomia per via laparoscopica per evitare le complicanze temibili di questa patologia (Pancreatite acuta biliare, Ittero ostruttivo biliare, Colangite, Empiema, perforazione della Colecisti).

Maggiore è il numero di coliche biliari e più complicato diventa l’intervento e probabili le complicanze legate a questa patologia.

L’approccio Video-Laparoscopico è il Gold-Standard per questa patologia.

Viene eseguito in anestesia generale e richiede 24-48 ore di degenza .


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11/Gen/2021

Reflusso Gastroesofageo

La malattia da reflusso gastroesofageo

associata ad ernia iatale ed incontinenza dello sfintere esofageo inferiore chirurgia del Reflusso Gastroesofageo

La malattia da Reflusso Gastro-esofageo è caratterizzata essenzialmente da sintomi tipici quali rigurgito e bruciore retrosternale e più raramente da sintomi atipici quali Faringiti raucedine, tosse, difficoltà alla deglutizione, infiammazione del cavo orale, dolore toracico che simula quello di origine cardiaca e tachicardia.
Le cause sono essenzialmente due:
L’incontinenza dello Sfintere Esofageo Inferiore e la risalita di parte dello stomaco in torace attraverso lo Iato Diaframmatico (Ernia Iatale)

Diagnosi:
La diagnosi viene effettuata più comunemente durante Gastroscopia (EGDS) con la visualizzazione di un Cardias incontinente del’ classico aspetto a “batacchio di campana” in retrovisione in caso di Ernia Iatale.

Altri esami utilizzati sono
Rx Esofago, stomaco e duodeno com MDC e la Manometria Esofagea con Ph-Impedenzometria delle 24 ore utili nel valutare la motilità esofagea oltre che ad eseguire un analisi qualitativa e quantitativa del reflusso.

Terapia medica e consigli utili
La terapia medica si avvale di farmaci che proteggono lo stomaco con differenti meccanismi o che ne alterino la motilità.
Tale approccio non risolve la patologia ma aiuta gestirne i sintomi insieme ad alcune abitudini di vita che sono:
• Eliminare il fumo
• Evitare pasti abbondanti e sdraiarsi subito dopo.
• Evitare i cibi acidi (pomodoro, limone), i cibi grassi, il caffè, la menta, il cioccolato
• Elevare di 10-15 cm la testiera del letto durante il riposo notturno o mettere due cuscini sotto la testa.

Malattia da reflusso gastroesofageo : TERAPIA CHIRURGICA
La chirurgia viene eseguita in laparoscopia (con 4 piccole incisione).
Gli interventi di Fundoplicatio sono vari e si differenziano per il diverso grado di continenza che generano. Il più utilizzato è quello sec. Nissen.

La procedura consiste nel riposizionamento in addome dello stomaco erniato e del confeziona una neovalvola che impedisca il reflusso di liquidi e soldi dallo stomaco all’esofago.
A questa, va associata la Iatoplastica che consiste nella ricostruzione dello iato esofageo mediante punti di sutura.
La iatoplastica può essere praticata nel corso dei diversi interventi di chirurgia dell’obesità:
• Bendaggio gastrico
• Sleeve Gastrectomy
• Bypass gastrico


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11/Gen/2021

Chirurgia Bariatrica

La chirurgia bariatrica è una pratica molto diffusa negli ultimi che consente dimagrimento attraverso interventi chirurgici di vario genere.

Per la Chirurgia Bariatrica tali interventi sono di tipo restrittivo malassorbitivo e misto.
Tutti gli interventi vengono eseguiti in chirurgia laparoscopica miniinvasiva.

Sleeve Gastrectomy
L’intervento consiste in una resezione verticale con asportazione del 70-80% dello stomaco. tubulizzando lo stesso.
Altro fattore che contribuisce al dimagrimento è la riduzione della produzione di Grelina, ormone oressizzante prodotto dal fondo dello stomaco.
La ridotta secrezione di questo ormone oltre che la riduzione del serbatoio gastrico hanno come risultato il dimagrimento indotto da questa procedura.
I risultati in termini di dimagrimento e miglioramento della qualità della vita sono
sovrapponibili a Bypass Gastrico e Mini-Bypass Gastrico.

Chirurgia Bariatrica a Napoli e Provincia e Caserta

Bypass Gastrico
Il Bypass Gastrico è un intervento misto restrittivo-malassorbitivo che consente non solo una riduzione dell’introito di cibo tramite una parziale resezione gastrica, ma consente di saltare la prima parte del piccolo intestino mediante una doppia anastomosi (tra stomaco ed intestino, tra ansa biliare ed enterica) avendo quindi un effetto malassorbitivo.
Tale intervento ha, oltre a degli ottimi risultati circa il dimagrimento, maggiori effetti sul diabete migliorando il profilo glicemico del paziente ed in alcuni casi, riducendo la necessità di una terapia.
Fondamentale è però a lungo termine la reintegrazione di Ferro, Calcio, Multivitaminici, Vitamina B12 poichè in alcuni casi vi può essere una carenza per ridotto assorbimento.
Il Mini Bypass Gastrico che riduce i rischi connessi al Bypass classico, molto simile al precedente, ma che si differenzia per per alcuni particolari.
Durante questo intervento viene confezionata una sola anastomosi (sutura tra stomaco ed intestino) saltando 2 metri di intestino circa ottenendo l’effetto malassorbitivo.
Come conseguenza dell’intervento si ha anche una riduzione dell’appetito oltre che una perdita di peso mantenuta nel tempo.

Esiste la possibilità di riprendere peso dopo un intervento di Sleeve di Mini Bypass Gastrico?
Dopo 5-10 anni dall’intervento c’è la possibilità di riprendere peso
se non si seguono i percorsi indicati e se si riallarga la tasca
gastrica. In quel caso ci viene in aiuto la chirurgia di revisione.

Se abiti a Napoli o in Provincia di Napoli, chiedi un consulto al dott. Guido Coretti


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11/Gen/2021

Diverticolosi/ Diverticolite

I diverticoli sono estroflessioni mucose sacciformi del colon

di diversa grandezza che possono formarsi in soggetti geneticamente predisposti che conducono un regime alimentare privo di fibre (frutta, verdura).
La diverticolosi è una patologia molto comune e resta silente fino a quando non si manifesta con sintomi quali dolori addominali e alterazioni dell’alvo e in una percentuale più bassa di casi con complicazioni quali emorragia, infiammazione, perforazione (diverticolite).

Diagnosi
La diagnosi può essere eseguita tramite ecografia dell’addome ma più propriamente e frequentemente con colonscopia o retto-sigmoidoscopia.
In caso di dolore o comunque in acuzie è indicata l’esecuzione di una TC addome con mezzo di contrasto per stabilire il trattamento più appropriato.

Trattamento chirurgico
In caso di infiammazione di grado lieve o di dicverticoliti acute complicate di basso grado (Hinchey 1 o 2 ). I n caso di formazione di ascessi di grosse dimensioni o peggioramento durante trattamento conservativo, si propende verso trattamento operativo con resezione del tratto malato e nei casi più gravi (Hinchey 3 o 4) con confezionamento di un stomia temporanea.
In caso di problemi cronici con stenosi o con episodi di diverticolite acuta complicata di basso grado, si può eseguire intervento di resezione del tratto interessato (Colon sinistro, Sigma o giunizone Retto Sigma) in laparoscopia e senza utilizzo di stomie temporanee.

La chirurgia mini-invasiva permetterà tempi di degenza, dolore post-operatorio inferiori e una ripresa più rapida delle normali attività di vita.


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11/Gen/2021

I tumori del Colon retto e la chirurgia mini-invasiva

Il Carcinoma del colon-retto rappresenta una delle principali cause di mortalità per neoplasia nei paesi occidentali e ad alto sviluppo tecnologico.

Frequentemente originano da polipi intestinali (Adenomi benigni) che crescendo, possono degenerare in carcinomi (Adenocarcinoma).

Presentazione della malattia
Frequentemente possiamo avere alterazionui dell’alvo più spesso con comparsa di stipsi in soggetti conalvo regolare e sanguinamento con conseguente anemia per perdita cronica di sangue con le feci, non visibile ad occhio nudo.

Un rapido calo ponderale ed un’astenia secondaria ad una anemizzazione può essere segno di patologia avanzata che impone subito uno studio approfondito.

In altri casi, più raramente possono non dare alcun sintomo e manifestarsi in uno stadio avanzato (occlusione intestinale, metastasi a distanza).

Screening e diagnosi
Lo screening comincia dopo i 50 anni (in caso di familiarità, a partire dai 35-40 o comunque 5 anni prima dell’epoca di presentazione della patologia nel familiare affetto).
La ricerca del sangue occulto nelle feci, l’esplorazione rettale, la rettosigmoidoscopia e la colonscopia sono i mezzi con i quali si esegue lo screening sulla popolazione In caso di conferma della diagnosi bioptica di un tumore maligno del colon, la stadiazione della malattia andrà completata con una TC del torace e dell’addome con e senza mezzo di contrasto al fine di escludere localizzazioni a distanza della malattia (metastasi) oltre che di Risonanza magnetica della pelvi per meglio definire i piani di clivaggio in caso di Tumore del Retto.

Tecniche chirurgiche
In caso di piccole lesioni polipoidi di pochi cm, durante la colonscopia si può effettuare la resezione a scopo sia curativo che diagnostico.

Quando sono di maggiori dimensioni, e con caratteristiche macroscopiche di trasformazione maligna, si rende necessario l’intervento chirurgico che dipenderà dalla sede e dall’estensione della malattia.
Gli interventi possono essere eseguiti con chirurgia mini-invasiva, a seconda che ci siano le condizioni anatomiche di sicurezza e che il paziente possa tollerare agevolmente un intervento in laparoscopia.
In caso contrario l’intervento verrà effettuato a cielo aperto nell’interesse del paziente.
Tali interventi sono volti al raggiungimento della radicalità oncologica comprendendo la lesione con appropriati margini di sicurezza e le stazioni linfonodali locoregionali, in modo da poter procedere ad un trattamento chemioterapico post-operatorio il più efficace possibile riducendo il tasso di recidive locali di metastasi a distanza.


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11/Gen/2021

Per ragade anale

si intende un escoriazione linearedell’ano nel punto di
passaggio tra mucosa e cute, che può prolungarsi all’interno del canale anale.

La stipsi è una delle cause principali Se insorta da poco tempo, in una buona percentuale di pazienti guarisce dopo terapia medica. In caso di RAC
(ragade anale cronica) insorta da 3 mesi o più, le probabilità di guarigione spontanea o con terapia si riducono e si deve intervenire chirurgicamente.
Il dolore, che inizia con la defecazione e si protrae per diverse ore (non raramente per l’intera giornata), è il sintomo più importante: il paziente affetto da ragade cerca di non andare al bagno per non scatenare le crisi dolorose.

Andare al bagno, per il paziente affetto da ragade, può diventare un vero e proprio incubo.

Cause, sintomi e cure

La ragade può essere causata da defecazioni con sforzo e feci dure o da altri agenti meccanici (sostanze irritanti) che causano una lesione dell’ano ogni qualvolta si vada in bagno.

Questo causa un’ipertono dello sfintere anale involontario che riduce l’afflusso di sangue alla ferita e ne causa la mancata riparazione.

Il dolore, causato dalla defecazione è il sintomo principe e dura anche alcune ore dopo essa.
A volte si può osservare prurito e disconfort.
Il trattamento, che sia medico o chirurgico, è finalizzato a ridurre l’ipertono dello sfintere anale interno per ripristinare l’afflusso di sangue e raggiungere una completa guarigione della ferita.

L’intervento di sfinterotomia laterale interna calibrata a sinistra è oggi il più efficace e sicuro. e consiste in una piccola incisione delle fibre dello sfintere anale interno.

Tale intervento si esegue in anestesia loco-regionale e dura pochi minuti.

Al termine dell’intervento il paziente resta in osservazione qualche ora e viene poi dimesso al domicilio.


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11/Gen/2021

Emorroidi

Le emorroidi sono dilatazioni vene del plesso emorroidario che si formano all’interno del canale anale.

Quando si infiammano possono essere fastidiose e provocare sintomi quali:
prurito, dolore, perdita di sangue e fuoriuscita all’esterno con trombosi
quando si formano coaguli al loro interno provocando dolore acuto.
Questi momenti patologici sono dovuti certamente ad una predisposizione
genetica sulla quale insistono abitudini alimentari sbagliate, la stitichezza
cronica e posizioni obbligate in ambiente di lavoro, che aumentando la
pressione addominale in maniera costante (posizione seduta o obbligata
all’impiedi) favoriscono la dilatazione delle emorroidi.
Altro esempio di abitudine molto dannosa è quella di restare seduti sul water
distratti dallo smartphone o dal giornale aumentando la pressione
addominale in posizione genu-pettorale.
Esistono vari gradi che elenchiamo qui di seguito :
• I grado – emorroidi interne, situate all’interno dell’ano.
• II grado – emorroidi che escono dal canale anale con il ponzamento
(aumento pressione addominale durante defecazione) e rientrano spontaneamente.
• III grado – quando dopo ponzamento, vengono riposizionate all’interno del
canale anale manualmente.
• IV grado –emorroidi prolassate che non rientrano nel canale anale dopo manovra manuale di riposizionamento
• Intervento Chirurgico
L’intervento chirurgico che ad oggi da più garanzie poichè mira al
trattamento dell’eziologia del prolasso emorroidario è l’intervento di
Starr. Restano ancora validi e largamente utilizzati interventi come
Milligan, Morgan e Ferguson. A livello ambulatoriale, con risultati in
termini di efficacia inferiori rispetto ai precedenti, restano utilizzati
l’emorroidectomia laser e la legatura elastica delle emorroidi.

La STARR o Stapled Trans-Anal Rectal Resection
E’ la tecnica più recente e la meno dolorosa in quanto non comporta
resezioni delle emorrodi ma della mucosa rettale, con conseguente
plicatura e risalita della mucosa e quindi delle emorroidi nella loro
posizione originale.
L’intervento viene eseguito nella maggior parte dei casi in anestesia
spinale con l’utilizzo di una suturatrice circolare per via transanale. Dura
in medi 40 minuti con un tasso di complicanze molto basso. La degenza
è di circa 48 ore in cui sono rari i casi di sanguinamento e l’utilizzo di
antidolorifici è molto ridotto rispetto alle altre tecniche.




In poche parole


Specialista in Chirurgia Generale con lode.
Membro del General Medical Council del Regno Unito.
Fellow in Chirurgia del Trauma e d’urgenza con interesse in Bariatrica.
Successivamente, Research Fellow in Endocrinochirurgia presso il King’s College Hospital di Londra.
Opera presso il Pineta Grande Hospital di Castel Volturno (CE).




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